IT-Agiografia

Alzatevi, soldati di Cristo!4 minutos para ler


"Siamo nati, ma per combattere,
un'ampia battaglia sul campo di battaglia è la Terra.
Questa guerra è vicina e costante,
è l'eredità dei figli di Adamo…"

Di fronte all'espressione "soldati di Cristo" alcuni possono sentire qualche disagio, e pensare alla guerra, alla lotta, alla morte, alla distruzione. Per gli altri, tuttavia, l'espressione provoca entusiasmo e li fa pensare alla vittoria, alla conquista, alla paura. Ma chi fa questo antico inno religioso, dal quale usiamo una stanza come epigrafo? Chi sono i soldati di Cristo, dopo tutto? C'è una guerra? Che razza di guerra è questa?

Sì, siamo in guerra! E non è una piccola rivolta, una guerriglia senza grandi conseguenze. Siamo nel bel mezzo di quella che potrebbe essere la più grande battaglia mai combattuta dall'umanità, la lotta tra il bene e il male. Una guerra di valori, e non è una battaglia metaforica ma del tutto reale, come l'apostolo Paolo descrisse nella sua lettera agli Efesiani:

"Finalmente, fratelli, rafforzatevi nel Signore, per il suo potere sovrano. Rivestitevi dall'armatura di Dio, in modo da resistere alle trappole del diavolo. Perché non è contro gli uomini di carne e sangue che dobbiamo combattere, ma contro i principati e i poteri, contro i principi di questo mondo oscuro, contro le forze spirituali del male sparse nell'aria. Pertanto, prendete l'armatura di Dio, affinchi nei giorni malvagi e ti tenga incrollabile nell'adempimento del tuo dovere". (Ef 6, 10-13)

Dalla Genesi all'Apocalisse, le Sacre Scritture portano resoconti delle lotte. La parola "battaglia" appare 68 volte e "guerra" 228 volte. Non esagereremo dicendo che il Libro Santo è una storia di guerra, una guerra iniziata con Adamo, lì nel giardino dell'Eden, quando lui e sua moglie furono ingannati dal serpente e caddero nel peccato della disobbedienza, le cui conseguenze abbiamo vissuto fino a Oggi. Tutto ebbe inizio con Adamo, permeato l'intera storia del popolo ebraico, culminato nel tradimento, nel tormento, nella crocifissione e nella morte di Nostro Signore Gesù Cristo, e si estende alla battaglia finale, che è presente nel mondo di oggi.

Nel focato della calunnia infame e bugie sollevate di recente contro gli Araldi, purtroppo vediamo, ancora una volta, l'inganno del serpente astuto ingannando le persone distratta che prendono il male per il bene – o perché non sanno che è male o relativismo e, anche se lo sanno, pensano che il male non sia poi così male…

L'inganno non è mai piccolo e finisce per diffondersi con i suoi tentacoli in molte direzioni. Tanto che, tra le "accusa" riposte agli Araldi, per mancanza di sostanza attribuita a Monsignor Joào Clà – fondatore degli Araldi del Vangelo – la paternità di "voci sulla fine del mondo", un'accusa che si concentra sul vecchio e spende una chiave che gli Araldi lavano cerebrale nei suoi arti. Utilizzando (con poca o nessuna conoscenza della causa) il termine francese "bagarre" – che significa tumulto, confusione, caos – i detrattori accusano il Mons. Giovanni di aver inventato questo possibile scenario per spaventare coloro che gli sono vicini. È una rottura di male nel culo!

Sei sicuro che Mons. Giovanni ha scritto decine di libri (alcuni dei quali pubblicati dalla libreria Editrice Vaticana) ma non ha scritto nessuno dei libri della Bibbia. Egli non scrisse i Vangeli o ancor meno l'Apocalisse. Assegnargli la paternità delle parole pronunciate da Gesù e dai suoi apostoli è sinonimo di ignoranza e disperazione, perché solo le persone disperate agiscono senza pensare, parlano senza saperlo, accusano senza doverlo provarlo. Tradiscono e vendono, come fece un giorno, Giuda. Preghiamo affinché non seguano il terribile esempio di Giuda che, condannandosi, ha perso per sempre la possibilità di pentirsi…

Siamo, sì, nel bel mezzo della battaglia e il campo di battaglia intorno a noi, mostra già la dimensione della distruzione causata da questa lotta tra oscurità e luce. E i soldati, amici miei, una volta erano chiamati Noè, Abramo, Mosè, Giosuè, Samuele, Ruth, Estatrice, Davide, Pietro, Paolo, Giovanni, e tanti altri raffigurati nella Parola. Dopo di loro, molti altri è venuto. Hanno dato la vita per la causa di Nostro Signore e sono stati aggrediti, attaccati, diffamato, perseguitati, martirizzati. Essi subirono persecuzioni dall'esterno e dall'interno della Chiesa stessa, che in seguito riconobbero il valore di ciascuno di essi.

Questi soldati che chiamiamo santi e si tratta di loro che questo spazio si occuperà. Tuttavia, è bene ricordare che non spettava solo ai santi condurre questa guerra e che una battaglia non è fatta solo di generali. Spetta a loro tracciare la strategia, preparare, incoraggiare e inviare truppe sui fronti, ma una guerra è fatta con i soldati di tutti i brevetti. Il Soldato è ognuno di noi, perché siamo stati tutti chiamati alla santità e questo è un risultato di ogni giorno, ora per ora. Per non scoraggiare o indebolirci nella fede, li invitiamo a fare un viaggio attraverso la vita dei santi perseguitati. Santi noti e sconosciuti, i cui ricordi devono ispirarci, le loro sofferenze ci rafforzano e i loro esempi ci trascinano.


(*) Izilda Alves de Oliveira si è laureata in Lettere presso USP, laureata in Psicologia presso il Prof Municipal College. Franco Montoro e post-laurea in Insegnamento dell'istruzione superiore da SENAC /SP.

Condividi:

Você talvez goste também...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *